ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

La scelta del prossimo Presidente della Repubblica è un appuntamento di grande rilievo Istituzionale. Non solo i grandi elettori dovranno eleggere chi per i prossimi sette anni dovrà essere garante della nostra democrazia, ma scegliere quella figura che non sia portatrice di un proprio indirizzo politico ma con un ruolo super partes, titolare di una sorta di «potere neutro».

La Repubblica Parlamentare attribuisce al Presidente della Repubblica, oltre ai poteri classici del Capo dello Stato, numerosi poteri di controllo, di garanzia e di intermediazione politica (a partire dal potere di scioglimento anticipato delle Camere). Questi sono alcuni aspetti che la Costituzione prevede e che sono quindi la base fondante dell’ordinamento Istituzionale Italiano ma è evidente che la figura del Presidente della Repubblica svolge un ruolo prioritario di guida e riferimento per la comunità italiana. E’ quindi indispensabile che la scelta debba ricadere su delle figure di alto profilo morale ed etico, con una storia alle spalle che gli abbia permesso di essere riconosciuti per le loro capacità, per la serietà e per il senso dello Stato. L’Italia fortunatamente è ricca di tali profili e trovo davvero riduttivo se non imbarazzante che il dibattito dell’oggi si confonda tra chi propone una figura politica estremamente schierata e chi, per non scegliere, vorrebbe mantenere l’attuale. Riconosco al Presidente Mattarella tante qualità che lo hanno reso un riferimento importante in questi anni difficili ma ritengo sia doveroso rispettare il suo desiderio di poter uscire dall’agone politico. Sono perfettamente d’accordo con chi sostiene la linea di una donna come Presidente e per vari motivi. Innanzitutto in Italia sono moltissime le donne che potrebbero ricoprire l’incarico corrispondendo appieno a quei profili che prima citavo ma penso sia anche un messaggio di emancipazione di cui il nostro paese ha bisogno. Accade ancora oggi, sia nel lavoro che in ambiti trasversali, che le donne non siano viste alla pari degli uomini a prescindere dalle loro qualità. Questo retaggio è duro dall’essere abbandonato e lo si sente quotidianamente in dialoghi o atteggiamenti e ci fa capire quanta strada vi sia ancora da fare. Non sono mai stato completamente favorevole ad una parità di genere imposta per legge in quanto vorrei fosse prioritariamente un percorso culturale ad ampio respiro perché se da una parte si possono risolvere questioni puntuali (parità nei consigli di amministrazione, nelle candidature politiche, ecc..) dall’altra non si risolve il problema che tantissime donne vivono nella quotidianità del lavoro, della famiglia e della vita sociale. Una Presidente della Repubblica incarnerebbe anni di diseguaglianze oggettive con l’obiettivo anche di dare corso a quella spinta culturale sulla società civile dove ogni ruolo, dal più piccolo al più grande, deve essere attribuito a chi lo merita e a chi se lo è guadagnato indipendentemente dal genere di appartenenza.

Sindaco Enrico Galvan